Novebolle Romagna DOC Spumante: un grande classico ritrovato | Consorzio Vini di Romagna
maggio 2021 | Vino

Novebolle Romagna DOC Spumante: un grande classico ritrovato

Un nuovo marchio collettivo che tende la mano verso una Romagna che è stata e non ha mai smesso di essere

Novebolle è un marchio in cui si riflette la magnifica e invidiata tradizione spumantistica romagnola di inizio Novecento e la contemporanea forza e tenacia degli abitanti di questa terra. Novebolle è un marchio attorno al quale si sono riuniti tutti quei produttori che, insieme al Consorzio Vini di Romagna, hanno teso una mano verso una Romagna che è stata e non ha mai smesso di essere: un luogo in cui la vita scorre libera, pronta ad esplodere in un sorriso di infinita bellezza. Novebolle è un marchio che ha il destino impresso nel proprio nome: nove, come novo, o nuovo, e cioè un’inedita possibilità di valorizzare l’identità della terra romagnola attraverso due vitigni iconici come il Trebbiano e il Sangiovese. Novebolle è un abbraccio fresco ed elegante che abbraccia il passato e il futuro della tradizione enologica della Romagna, e questa è la sua storia.

Belle Époque: l’epoca d’oro degli spumanti di Romagna

È necessario chiudere gli occhi e usare la forza dell’immaginazione per ricostruire il profilo del paesaggio, il suono delle risate e dei calici ricolmi di spumante pronti per il brindisi, l’incedere dei giorni in un’epoca, quella della Belle Époque, così lontana da noi.

Perché è lì, in quel passato dimenticato, che riposa l’inizio di una storia e di una tradizione eccellente, quella delle bollicine romagnole, prima perduta e ora recuperata.

Mentre l’Europa veniva sconquassata da brividi bellici e da scosse di entusiasmo vitale, la Romagna, contagiata da questa febbre epocale, conosceva una breve ma straordinaria esperienza di spumantizzazione.

La fama degli spumanti romagnoli era indiscussa: non c’era brindisi, nei salotti e nei caffè in cui ci imbatteva da Imola fino alla riviera adriatica, che non venisse fatto con bollicine di Romagna. Alcune fonti storiche equiparano la qualità degli spumanti romagnoli a quella dei leggendari champagne francesi; un complimento e un’etichetta che permise alla notorietà di questi vini di valicare prima gli Appennini e poi le Alpi. Ma, come si diceva, si trattò di una parentesi al fulmicotone, presto dimenticata, persa fra le pieghe di una storia, quella europea e italiana, che nel giro di poco più di quattro decenni conobbe le proprie pagine più buie.

Novebolle, un nome che è tutto un numero

Una storia che il Consorzio Vini di Romagna ha ricostruito mettendo insieme fonti scritte, scampoli di racconti, documenti d’archivio e la volontà di dare nuova linfa a una tradizione perduta che ora rivive negli spigoli e nelle curve del nuovo marchio collettivo Novebolle. La scelta del nome non è casuale. Quel “Nove-“ iniziale racchiude in sé tutto ciò che era necessario esprimere e celebrare: nove sono i colli romagnoli, un riferimento a questa generosa, stupefacente terra, ma nove richiama anche Novecento, il secolo in cui è stato scritto il primo capitolo di questa antica, nuovissima storia. E poi nove come novo, nuovo, uno sguardo fresco su un grande classico contemporaneo, un’inedita interpretazione delle bollicine romagnole, che ripartono da due vitigni simbolo della Romagna: il Trebbiano e il Sangiovese.

Trebbiano e Sangiovese: la storia degli spumanti romagnoli riparte da due icone del territorio

Il disciplinare di questo nuovo Romagna DOC Spumante parla chiaro: al centro del processo produttivo ci sono due varietà iconiche del territorio, Trebbiano e Sangiovese, per altrettante versioni della denominazione, un bianco e un rosato. Se il Trebbiano è la base del Romagna Bianco DOC Spumante (partendo da un 70% minimo e per il restante massimo 30% di altre uve bianche ammesse dal disciplinare come Bombino bianco o Grechetto gentile), il Sangiovese diventa l’inaspettato protagonista del Romagna Rosato DOC Spumante (anche qua si parte da un 70% minimo della varietà principale a cui si aggiungono, per il restante 30%, altre uve provenienti da vitigni rigidamente indicati all’interno del disciplinare di riferimento). Il risultato è un vino dalla spuma fine e persistente, dai profumi fini e delicati, fresco, sapido e armonico al palato, perfetto per brindare ai momenti speciali.

Con Novebolle il Consorzio Vini di Romagna non ha voluto soltanto creare un marchio che fosse a disposizione di tutti i produttori, ma riprendere le file di una storia che ora ricomincia così: c’era una volta lo spumante romagnolo e ora c’è di nuovo.