Possiamo finalmente dirlo: Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi è entrato con orgoglio e merito all’interno della prestigiosa Green List della IUCN (International Union For The Conservation Of Nature), il più importante ente internazionale a occuparsi di ambiente, nonché una delle principali autorità mondiali in materia di ambiente, conservazione della biodiversità e sviluppo sostenibile.
Si tratta di un importante riconoscimento, assegnato alle aree protette che si sono distinte per una gestione virtuosa, attenta e proattiva per quanto concerne i temi della conservazione naturalistica e della gestione sostenibile.
Commenta così il presidente del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Luca Santini:
"La Green list rappresenta l'apogeo di un palmarès d'eccezione per il Parco nazionale, che già nel 2017 aveva ottenuto il riconoscimento come patrimonio dell'Umanità Unesco, il primo in Italia per il valore ecologico di un ambiente naturale. La IUCN aveva inscritto fino a questo momento nella Green list solo 49 aree protette del mondo su 200.000. Sapevamo di potercela fare e questo ha motivato uno sforzo straordinario. Ringrazio i dipendenti dell'Ente, le imprese, i sindaci, le associazioni e la cittadinanza per il grosso lavoro che ci ha uniti e ha reso possibile alla nostra area protetta di ufficializzare l'ottenimento del 'Nobel' della natura mondiale".
Green list: il Nobel del verde parla italiano
La Green List viene stilata con l’obiettivo dichiarato di certificare e valorizzare a livello internazionale tutte quelle aree protette che raggiungono efficaci livelli di gestione attraverso un attento processo di verifica. Gli sforzi e le iniziative messe in atto dai vari Enti italiani, coadiuvati e assistiti efficacemente dal ministero della Transizione ecologica (già ministero dell'Ambiente) con il supporto importante di Federparchi, hanno consentito al Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e ad altre due eccellenze del patrimonio naturalistico italiano di fare il loro ingresso in Green List: stiamo parlando del Parco Nazionale Arcipelago Toscano e quello del Gran Paradiso.
L’ingresso, insomma, dipende da una valutazione che viene formulata facendo riferimento a 50 indicatori suddivisi in 4 ambiti: Governance, Pianificazione, Gestione e Risultati. Per ognuno di questi ambiti, sono definiti i criteri, gli obiettivi e la relativa documentazione per la verifica da parte del gruppo di esperti italiano (EAGL) e della stessa commissione centrale della IUCN, che nel caso del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi è avvenuto intorno a novembre. E non è tutto, perché ai fini della decisione finale viene presa in considerazione anche la capacità degli Enti di lavorare per il mantenimento e la conservazione dei valori naturalistici e culturali dell’area, partecipando e condividendo con le comunità residenti progetti di sviluppo sostenibile che abbiano ricadute positive per tutti gli attori in gioco.
Fra alberi, cascate e santi: scopriamo il tesoro dell’Appennino tosco-romagnolo
Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna è una gemma naturalistica dal valore inestimabile. Istituito nel 1993 e situato sull’Appennino tosco-romagnolo, abbraccia un’area di oltre 36.000 ettari, equamente distribuiti fra l’Emilia-Romagna e la Toscana. Si tratta di una zona a bassissima antropizzazione: Il territorio è costellato soltanto di tracce, a volte appena accennate altre volte più evidenti, della presenza umana. L’esplorazione del parco può portare i visitatori a imbattersi in borghi, casolari isolati e opifici, segni che testimoniano di un mondo e di una cultura ormai scomparsa ma non per questo dimenticata. Del resto, tra le finalità delle aree protette c’è la salvaguardia dei valori non solo naturali, ma anche culturali e storici, e questo è particolarmente valido per il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, un luogo dove il legame tra l’uomo e la natura ha origini antichissime ed è perdurato soltanto fino a pochi decenni fa.
Tra i punti di maggiore interesse vanno sicuramente segnalati l’Eremo di Camaldoli, risalente al 1012, data in cui fu fondato da San Romualdo, che scelse questo spazio stretto nell’abbraccio di abeti e faggi per ritirarsi in preghiera. Il contatto e la cura della natura furono talmente centrali della sua esperienza religiosa da diventare parte della regola della Congregazione camaldolese dal lui promossa. Oltre all’Eremo di Camaldoli vanno però ricordati anche il celebre Santuario della Verna, luogo di eremitaggio di San Francesco, la cascata di Acquacheta, citata da Dante nel XVI canto dell’Inferno, e il Monte Falterona, da cui nasce l’Arno.
Per il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna l’ingresso nella Green List della IUCN è soltanto l’ultimo, prestigioso riconoscimento ricevuto: il 7 luglio 2017, infatti, l’UNESCO ha inserito la Riserva naturale integrale di Sasso Fratino e le faggete vetuste comprese nel perimetro del parco, all’interno del Patrimonio Mondiale dell'Umanità.